Storie
Tizibt Ashine Bogale: «La ricerca è la mia scelta di vita»
«Ho studiato medicina in Etiopia, dove sono nata», racconta Tizibt Ashine Bogale, 34 anni. «Ho lavorato lì per due anni come medico. Nel 2013 mi fu assegnato il certificato di miglior studente di Medicina dall’Associazione Medica Etiope. Ho avuto la grande opportunità di fare un master in neuroscienze all’Università di Goettingen, in Germania. Ho anche ricevuto una borsa di studio dell’Institut universitaire en santé mentale de Québec della durata di cinque anni per proseguire il mio dottorato di ricerca presso l’Università di Laval, in Canada. Non l’ho fatto perché per questioni personali sono tornata in Etiopia».
Ma la passione di questa giovane ricercatrice l’ha riportata in giro per il mondo. Questa volta il punto d’arrivo è stato l’Italia. Siamo nel 2019 e a Tizibt Ashine Bogale viene assegnata la borsa di studio Marie-Sklodowoska per ricercatori nella fase iniziale della carriera per proseguire i suoi studi di dottorato all’Università di Brescia «e qui», racconta, «mi è stato assegnato il certificato per la migliore presentazione orale al congresso nazionale di dottorato SINS nel 2022».
Tizibt Ashine Bogale è giovane ma ha già alle spalle una carriera invidiabile. È un vero talento della medicina e della ricerca. Ed è stata lei a vincere l’Overall Prize del Bando per la Ricerca Indipendente di Fondazione Roche. Grazie al finanziamento potrà proseguire la sua ricerca che ambisce a chiarire il ruolo di alfa-sinucleina (aSyn) negli eventi di riparazione vascolare dopo un ictus ischemico. Ora è ricercatrice post-doc presso il Laboratorio Ictus e Disfunzioni Vascolari dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS. «In ambito medico-scientifico le risorse per svolgere ricerche e sperimentazioni sono di fondamentale importanza, perché determinano i percorsi di miglioramento per la salute di tutti. Così, quando decidono di assegnare parte delle loro risorse a studenti e ricercatori, gli enti e le fondazioni che ne dispongono sanno di avere al contempo una grande chance e una grande responsabilità», spiega.
La Tizibt Ashine Bogale bambina sapeva che sarebbe diventata un medico: «La scelta di studiare medicina», dice, «aveva a che fare anche con il mio interesse personale. Vengo da un Paese molto povero. Con molte lacune nel campo medico. Con tanti pazienti e pochi dottori. Volevo diventare un medico per essere parte della soluzione a quei problemi».
Tizibt Ashine Bogale è una ricercatrice brillante e una madre single che vive in un Paese diverso da quello d’origine. «Quando mi sono trasferita in Italia nel 2019 non avevo ancora mia figlia con me. Quando finalmente mi ha raggiunto – dopo un processo di ricongiungimento familiare molto complicato durato due anni – avevo da poco discusso la mia tesi. Vivevamo da sole, nessuno dei miei familiari, che ha fatto molti sacrifici e mi ha sostenuta nei miei studi, era qui in Italia».
Ma Tizibt Ashine Bogale non ha mollato, non si è tirata indietro. «Nel settembre 2023 ci siamo trasferite a Milano e io ho iniziato a lavorare all’Istituto Mario Negri. Ho potuto vivere con mia figlia nella residenza dell’Istituto in modo che io potessi concentrarmi al massimo sul lavoro senza dovermi preoccupare della logistica per raggiungere il posto di lavoro, visto che non avrei potuto permettermi una casa in città con il mio stipendio. In generale, qui in Italia le retribuzioni per i ricercatori sono molto basse, anche per i post-doc come me».
Eppure il valore della ricerca, quindi il valore del lavoro che sta facendo Tizibt Ashine Bogale, è inestimabile: «Dovremmo sempre di più avvicinarci alle materie STEM. Dobbiamo renderci conto che il mondo sta cambiando. Dalla nostra parte abbiamo più strumenti e non dobbiamo solo “usarli” ma, prima di tutto, capire come usarli al meglio. Il mondo di oggi è digitale, più dipendente dall’intelligenza artificiale. Per questo è essenziale incoraggiare gli studi in queste materie. Ancora di più per le bambine, le ragazze, le giovani donne. Fino ad oggi queste sono state materie di appannaggio maschile. Invece dobbiamo superare questo pregiudizio culturale comune alle nostre società, per cui le bambine sono tendenzialmente invitate a usare giocattoli cognitivamente meno stimolanti, mentre ai ragazzi vengono proposti quelli che promuovono le loro capacità cognitive e che sono piuttosto rilevanti per lo sviluppo dei primi interessi nelle materie STEM. Devo ammettere che però sono fiduciosa: basta guardare alle università, soprattutto a quelle occidentali. Sempre di più si riempiono di ragazze che scelgono questa strada. Studiare materie STEM è fondamentale anche per comprendere noi stessi, l’ambiente circostante e le complesse interazioni all’interno degli ecosistemi in cui viviamo, il che ci fornirà gli strumenti per affrontare problemi complessi come in biologia e sviluppare soluzioni innovative che facciano progredire l’umanità».
Quando Tizibt Ashine Bogale pensa al futuro ha le idee chiare: «Voglio continuare a fare ricerca e voglio anche continuare la mia carriera come neuroscienziata traslazionale».