Tutto nella norma: Edizione 2024

Tutto nella norma: Edizione 2024

Malattie croniche, la digitalizzazione è l’alleata dell’inclusione e della sostenibilità

La convivenza con la cronicità di una o più patologie è stata al centro della tappa più recente del progetto “Tutto nella norma”, che portiamo avanti da diversi anni in collaborazione con Formiche. L’obiettivo è quello di incoraggiare e promuovere il dialogo tra tutti gli attori del mondo della salute: i pazienti, attraverso le associazioni che li rappresentano, e poi personale medico e sanitario, istituzioni ed esperti.
«I tumori sono la prima causa di morte dei pazienti over 65», ha detto Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.

«Se non saremo in grado di controllare i principali fattori di rischio, alla luce dell’invecchiamento della popolazione, sarà più probabile l’incidenza del cancro. Riusciamo a curare e guarire il 65% delle nuove diagnosi di cancro, che a volte diventano croniche. I buoni programmi di prevenzione primaria, nel nostro caso e nelle patologie cardiovascolari, aiutano ad abbattere la probabilità di malattia. Occorre uniformare la qualità nel nostro Paese: assistiamo a tante migrazioni di pazienti dal Sud al Nord, in cerca dei migliori centri di cura, ma devono viaggiare le cure e non i malati».

Nei prossimi vent’anni, come ha ricordato Federico Spandonaro, professore aggregato presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e presidente di Crea Sanità, in Italia ci saranno cinque milioni di anziani in più rispetto a oggi. Di questo si dovrà tenere conto anche in materia di cronicità delle patologie da curare. Ma si invertirà la tendenza che vede più giovani al Sud rispetto al Nord.

Elettra Carini, dirigente medico di Agenas, ha sottolineato che «un ambiente con dati nativamente digitali e personalizzati aiuta tutti i professionisti ad avere una visione più completa dell’assistito, migliorando sia la qualità delle cure che l’efficienza del sistema sanitario. E la casa del paziente diventa il primo luogo di cura grazie a strumenti come la telemedicina». Sulla formazione del personale sanitario ha puntato particolarmente nel suo intervento conclusivo Mariapia Garavaglia, presidente della Fondazione Roche. «Ma è indispensabile un sistema informatico che metta insieme le discipline, i bisogni e le soluzioni possibili», ha poi rimarcato.