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Storie Dei Ricercatori Bando Roche Per La Ricerca Indipendente 2023

Storie Dei Ricercatori Bando Roche Per La Ricerca Indipendente 2023

«Per i giovani ricercatori come me», dice Rossella Di Sapia (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS), che ha vinto uno dei due premi per l’area Neuroscienze, «farsi strada nel mondo della ricerca diventa sempre più difficile. Ecco perché ricevere il supporto di Fondazione Roche rappresenta un privilegio e un’opportunità preziosa per iniziare una carriera come ricercatrice indipendente. Grazie a Fondazione Roche, che ha valorizzato il progetto proposto, potrò sviluppare nuove metodiche e svolgere la mia parte per provare a migliorare la salute delle persone colpite da un ictus emorragico: un’importante causa di morte prematura e disabilità».


Anche Maria Cristina Bisi (UNIBO) si è aggiudicata un premio nella sezione Neuroscienze. «Desidero ringraziare la Fondazione Roche per avermi concesso questa preziosa opportunità», dice. «E credo fermamente nel potenziale di questo progetto: attraverso l’impiego della tecnologia moderna e dell’analisi avanzata dei dati, oggi è possibile offrire metodi innovativi per il monitoraggio dello sviluppo neuromotorio dei bambini nati prematuri, che sappiamo essere particolarmente vulnerabili. L’obiettivo ultimo del progetto che ho presentato è quello di fornire supporto al personale sanitario nell’individuazione precoce di eventuali disturbi, consentendo loro di raggiungere un numero sempre maggiore di bambini a rischio, con l’aspirazione finale di migliorare la salute e la qualità della vita di tutti i bambini nati prematuramente».


Per l’area Oncologia, a vincere il finanziamento è stato Andrew Smith (University of Milano-Bicocca):
«Vi è un forte bisogno di comprendere le interazioni molecolari che avvengono tra le cellule tumorali e immunitarie nel ccRCC. Svelare questi meccanismi molecolari, come proposto, avrebbe un impatto significativo sulla nostra comprensione e gestione di questi tumori. Dal punto di vista clinico, mettere in luce i meccanismi di resistenza che si verificano a causa di queste interazioni potrebbe aprire la strada a nuovi approcci terapeutici in grado di modulare questi processi e migliorare il tasso di successo del trattamento. Contestualmente, questo progetto contribuirà anche a rafforzare ulteriormente gli aspetti tecnici correlati alle omiche spaziali guidate dalla spettrometria di massa, che, a mio parere, hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui visualizziamo l’azione e l’interazione delle comunità cellulari strutturate nel loro ambiente».


E ancora per l’area Oncologia, il secondo finanziamento va a Francesca Nazio (Università Tor Vergata di Roma), che sta conducendo una ricerca sul medulloblastoma, un tumore cerebrale pediatrico ancora difficile da curare e spesso refrattario alle terapie convenzionali quali chemioterapia e radioterapia:
«Sono onorata di essere stata selezionata tra i progetti vincitori e sono davvero grata per questa opportunità di provare a sviluppare un approccio completamente nuovo per colpire il medulloblastoma ad alto rischio. Sono fiduciosa che la strategia terapeutica che stiamo indagando potrà portare a una migliore risposta clinica ed eventualmente avere una minore tossicità rispetto alle terapie convenzionali».


Roberta Gualtierotti (Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico) è stata premiata per la sua ricerca nell’area malattie ereditarie della coagulazione:
«Con questo progetto speriamo di riuscire ad apportare un altro contributo alla conoscenza sullo sviluppo degli inibitori contro il FVIII in emofilia, al fine di migliorare l’assistenza e la qualità di vita dei pazienti con emofilia».


Riccardo Reale (Istituto Italiano di Tecnologia di Roma) ha vinto il premio nell’area Emato-oncologia. Il suo progetto prevede lo sviluppo di un Microfluidic Scanning Flow Cytometer per analizzare il sangue dei pazienti affetti da tumori liquidi e quantificare la malattia minima residua. Sfruttando un approccio di intelligenza artificiale, lo strumento rappresenta una soluzione integrata per il monitoraggio frequente e cost-effective dei pazienti, garantendo una diagnosi precoce dei casi di ricaduta e permettendo di guidare il loro trattamento farmacologico, migliorando così l’aspettativa e la qualità della vita.

«Questo finanziamento non solo rappresenta un importante riconoscimento del valore della mia proposta di ricerca, ma costituisce anche un fondamentale supporto per il mio lavoro nel campo della diagnostica oncologica. L’opportunità di perseguire le mie indagini con un finanziamento adeguato è estremamente preziosa e avrà un impatto significativo sulla qualità e sulla portata delle mie ricerche. Sono ansioso di condividere i risultati delle mie indagini con la comunità scientifica e di dimostrare l’impatto positivo che questo finanziamento avrà sulla qualità della vita dei pazienti affetti da tumori liquidi».


Il finanziamento per la sezione Oftalmologia è stato vinto da Francesca Vacca (Center for Synaptic Neuroscience and Technology / Neuroscience and Smart Materials, IIT Genova):
«Il finanziamento ricevuto dalla Fondazione Roche permetterà di sviluppare il progetto LTVision, che mette insieme differenti tecnologie per creare un dispositivo innovativo di prostetica retinica. Grazie a questa opportunità riuscirò ad arricchire la mia crescita professionale e scientifica. Il dispositivo impiantabile sviluppato da LTVision permetterà di rilasciare neurotrasmettitore in seguito a stimoli luminosi a livello dei neuroni retinici che hanno perso i contatti sinaptici a causa della degenerazione dei fotorecettori, rappresentando un punto di partenza cruciale verso l’applicazione preclinica di protesi retiniche “chimiche”. Data la versatilità del dispositivo, LTVision contribuirà anche alla generazione di dispositivi impiantabili per il rilascio regolato e a lungo termine di farmaci, che potrebbero essere facilmente utilizzati in altre patologie neurodegenerative e applicazioni farmacologiche».