Storie
Quando il sociale e l’impresa fanno squadra: Professione Volontario
Nelle fasi iniziali dell’emergenza pandemica, Fondazione Roche ha promosso un’iniziativa offrendo ai dipendenti di Roche la possibilità di operare come volontari al servizio del numero verde della Protezione Civile, un’iniziativa di volontariato di competenza. Da questa esperienza è nata la collaborazione con Fondazione Terzjus (l’Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale, costituito nel 2019) e con la società Eudaimon per lo sviluppo di una ricerca che raccogliesse le esperienze di “volontariato di competenza” che hanno coinvolto imprese profit impegnate in attività non profit. I dati sono raccolti in un instant book redatto da Luigi Bobba e Gabriele Sepio, rispettivamente presidente e segretario generale di Terzjus.
«La ricerca sul volontariato di competenza che abbiamo condotto, dal titolo “Quando il sociale e l’impresa fanno squadra: Professione Volontario”, ha preso in esame dieci casi aziendali, tra cui quello di Roche Italia», spiega Bobba. «Abbiamo analizzato e portato in evidenza un fenomeno forse ancora poco conosciuto, ma che rappresenta una prospettiva di sicuro interesse. In particolare, le imprese partecipanti allo studio hanno coinvolto attivamente i propri collaboratori affinché scegliessero di mettere le proprie competenze professionali a disposizione di enti pubblici o del Terzo settore nello sviluppo di progetti e attività di interesse collettivo».
Bobba illustra le quattro azioni che, nel prossimo futuro, si riveleranno necessarie perché questo fenomeno di nicchia possa diventare un elemento ordinario nello sviluppo dell’azione volontaria. «Innanzitutto, bisognerebbe far conoscere questa opportunità, che al momento è concentrata soltanto in alcune grandi imprese. Secondo: questa opportunità di prestito di personale da parte delle aziende profit ha un incentivo fiscale che andrebbe rafforzato e promosso. La terza azione da intraprendere riguarda la possibilità di valorizzare queste esperienze di volontariato di competenza ai fini del welfare aziendale, ovvero di considerare questa scelta da parte delle imprese un elemento di crescita della propria reputazione sociale. Quarta e ultima azione, più di ordine culturale, è la capacità di far percepire all’interno dei mondi profit e del Terzo settore che queste due realtà possono convergere verso obiettivi comuni».
Il presidente Bobba individua anche altri vantaggi per le imprese che promuovono il volontariato di competenza: «Possono mettere alla prova i propri dipendenti in situazioni complesse o non consuete, dunque permettere loro di misurarsi con sfide inedite con una flessibilità nell’affrontare problematiche inusuali. Poi c’è l’opportunità di acquisire dal mondo non profit capacità che non sempre si ritrovano all’interno della propria azienda. È uno scambio virtuoso bidirezionale».
L’esperienza del volontariato di competenza è particolarmente significativa per la Fondazione Roche, nella misura in cui concilia l’attenzione dell’impresa alle problematiche sociali e collettive con un tentativo di risposta innovativo, che può modificare i comportamenti sino a incidere sulla cultura e sull’identità aziendale. È per questo motivo che la riflessione su questo argomento proseguirà anche in futuro.